Una vita una storia una leggenda -JULIO IGLESIAS

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Julio Iglesias rivela il segreto della sua gioventù a Radio 10, Argentina
23 Settembre 2008
Da: Óscar González Oro, Radio10
Nel giorno del suo 65º compleanno, il famoso cantante ha parlato con Oscar González Oro a Radio 10 (Buenos Aires, Argentina) e ha assicurato che non andrà mai in pensione.
Julio Iglesias compie oggi 65 anni e li festeggerà con la moglie Miranda, i suoi figli e suo nipote nella casa di Miami.
Il cantante, che in ottobre si presenterà nello Stadio Estadio Luna Park, ha parlato il „El Oro y el Moro”, a Radio 10, e ha assicurato che il segreto per sentirsi giovani e andare sempre avanti è avere passione per ciò che si desidera. „Se manca la passione per fare qualcosa, si rimane sempre chiusi in casa, e chi si chiude in casa muore prima”, ha affermato.
L’artista spagnolo ha detto anche che non pensa di ritirarsi e che non andrà mai in pensione. „In questi momenti della mia vita la mia testa e il mio cuore sono più che mai vicini alla musica. I cantanti si ritirano quando muoiono o quando finiscono di esistere dentro la gente, che è la cosa peggiore, perché morire fisicamente non significa nulla, ma morire per la gente è grave. Io sono vivo e spero di continuare ad esserlo nella gente per molti anni ancora”, ha affermato.
Julio Iglesias ha iniziato quest’anno il tour in Sudafrica e lo concluderà in Nuova Zelanda, ma prima si presenterà in Argentina, il prossimo 17 e 18 ottobre, per festeggiare i suoi 40 anni di carriera artistica. „L’Argentina è un paese che conosco già dal ’69 e penso che continuerò a cantare ai figli e ai nipoti (dei suoi fan). Sono felice, perché canterò in un posto mitico (il Luna Park), sarò di nuovo con la gente, andrò a Buenos Aires, a Córdoba… Mi piacerebbe stare un mese in Argentina e cantare per un mese intero”.
Il cantante ha detto che non lo preoccupano gli anni che compie, ma piuttosto come li porta. „Compio 65 anni, ma se li metto al rovescio sono 56 e se non li conto, possono essere 30. La cosa più importante è la passione che rimane”, ha concluso.
“Il mio grande successo è continuare ad essere vivo”
25 Luglio 2010
Da: Pedro Luis Gómez, Diario Sur
Si trova nella massima posizione, è il cantante vivo che ha venduto più dischi nella storia della musica, è considerato come il miglior cantante latino di tutti i tempi ed è un idolo mondiale. E’ Julio Iglesias. A 66 anni è come sempre, ossia sulla cresta dell’onda, pieno di illusioni, amando il suo paese e la sua gente al di sopra di tutto. Recentemente, „The New York Times” terminava un’intervista con José Luis Rodríguez Zapatero con una frase unica: „La Spagna, che fino a poco fa era conosciuta nel mondo per essere il paese natale di Julio Iglesias …”. La frase può sembrare esagerata, ma in sé stessa vale un impero. Dopo aver girato 4 continenti in questa parte di anno, Julio inaugura la sua tournée europea con un concerto a Malaga, il giorno 28 luglio, nella Plaza de Toros de La Malagueta, alle 22:00 h.
L’intervista si sviluppa nella sua casa della Costa del Sol. Fa caldo e Julio appare abbronzato, in eccellente forma, gioviale e vestito tutto di bianco, con un completo di camicia di lino e pantaloni. Il superamento è una norma della sua vita, ordinata e stoica.
– Quarantadue anni … Sembra poco, però è tutta una vita. Che cosa rimane di quel Julio Iglesias di luglio 1968, di Benidorm?
– La passione di vivere e di cantare e la forza di salire sullo scenario
– Dove ha visto la partita della finale contro l’Olanda?
- Negli Stati Uniti. Il nome della Spagna si è collocato all’apice dello sport universale. Mi ha emozionato e riempito d’orgoglio vederla nella Televisione Spagnola. Con questa squadra, Pau Gasol, Fernando Alonso, Alberto Contador ed altri nomi illustri, il nostro paese si colloca all’avanguardia dei grandissimi sportivi
– E l’immagine di Del Bosque? 
- E’ uno straordinario allenatore e un signore. Sa mantenere la calma, anticipare il movimento dell’avversario con tempo sufficiente per fermarlo, motivare i giocatori, trasmettere loro fiducia nei momenti chiave della partita. Il calcio spagnolo gli deve molto.
– Torniamo all’artista. Che differenze ci sono tra quel giovane cantante che debuttò a Benidorm e il Julio Iglesias universale di oggi?
- La differenza è che sono passati 42 anni da quel Festival di Benidorm, sebbene, per me, è come se fosse stato ieri. E’ incredibile come passi rapidamente il tempo… Sono molto grato alla vita e al mio pubblico per questi quattro decenni di carriera. Ho imparato e mi sono divertito moltissimo, ho avuto ed ho il privilegio di girare tutto il mondo e soprattutto di conoscere gente meravigliosa, che mi ha arricchito non solo come artista, ma anche come persona .
– A 66 anni, Le rimane molta carriera?
- Tutta quella che desidera il pubblico, che è chi decide quando un artista si debba ritirare. Attualmente, ho la fortuna di continuare e di contare sull’affetto della gente. E’ un privilegio che mi ha dato la vita il vedere arrivare tre generazioni ai miei concerti.
260 milioni di dischi venduti, ogni 30 secondi suona una sua canzone in un’emittente radio del mondo, riempie gli scenari a 1600 euro per biglietto, La vogliono a Las Vegas e a New York, La chiamano da Montecarlo o da Mosca, dai paesi arabi …
– Come vede la musica spagnola di oggi?
- Mi piace vedere come ci siano giovani pieni di talento, che possono arrivare molto lontano, con sforzo, qualità e disciplina.
– Il Suo disco preferito?
- Non posso parlare di un solo disco. Ho moltissimi dischi preferiti, da Nat King Cole a Sinatra, passando per i grandi del blues.
– Lei lascia poche cose non risolte nella vita … Mi dà l’impressione che non improvvisi molto.
- Mi piacciono la disciplina e il lavoro. Non mi piace improvvisare e in nessun caso fare le cose in poco tempo.
– E cosa sarebbe stato di Julio Iglesias se non se ne fosse andato negli Stati Uniti?
- Le circostanze si verificano molte volte nelle vita della gente. Non so cosa sarebbe successo nella mia vita, con tante circostanze.
– Ogni anno passa lunghi periodi nella Sua casa di Marbella. Ha bisogno di venire in Spagna per ritrovare le Sue radici?
- Le radici non si perdono mai, in qualsiasi posto ci si trovi. Sono spagnolo, sono orgoglioso e esserlo e, certamente, mi piace stare nel mio paese e mostrare queste terre ai miei bambini. Da tempo passiamo lunghi periodi in Spagna.
– E che cosa pensa della Spagna da fuori, Lei che frequenta tanti luoghi tanto diversi e selezionati?
- La Spagna è un paese rispettato e che desta un altissimo interesse tra gli stranieri, per le sue attrazioni culturali e turistiche, per la sua gente generosa ed accogliente, e, ultimamente, per i grandi trionfi dello sport. La situazione economica, in questi momenti, non ci favorisce, ma il nostro paese si è sempre fatto più forte nelle circostanze avverse. La Spagna è un paese forte ed universale, che è stata sempre un’attrazione basica per gli altri paesi e la sua ubicazione nella storia le dà un’importanza fondamentale verso il futuro.
– Il Suo grande errore?
- Mi sono sbagliato in molte cose, come ogni essere umano, ma l’importante è imparare dagli errori.
– Il Suo grande successo?
- Continuare ad essere vivo e con più voglia che mai di vivere.
– Lei non vive in una sfera di cristallo? Anche se dorata, ma sfera di cristallo alla fine dei conti … GlieLo dico perché esce pochissimo
- Il fatto di non essere presente a feste od eventi sociali non significa vivere in una sfera di cristallo. Io sono a contatto con la gente tutti i giorni, canto in paesi molto diversi e questo è un privilegio, perché vedi la vita da angoli differenti e la capisci meglio. Attualmente, se non esco molto, è perché preferisco concentrarmi nel mio lavoro, nella tournée, nel prossimo disco che sto preparando e nello stare con la mia famiglia.
– Che cosa significa Miranda nella Sua vita?
- Miranda è la mia vita.
– Cinque figli, con uno, Guillermo, di appena tre anni … Si è fermato ormai o pensa di continuare?
- Avere cinque bambini, a 66 anni, è un regalo di Dio. Mia moglie ed io li adoriamo; sono il meglio delle nostre vite. Al momento, non abbiamo progetti di ampliare la famiglia, ma non si può mai dire che non succeda.
– E gli altri tre? E vero che non va d’accordo con loro?
- Come posso non andare d’accordo con i miei figli? Chi può pensare questo? Li adoro e sono molto orgoglioso di loro. Ognuno è riuscito a trovare una strada con il proprio sforzo. Inoltre, sono generosi e campioni nella vita.
– Padre di otto figli, nonno, con due fratelli di meno di tre anni .. La Sua famiglia è sorprendente.
- Molte grazie. Sì, la vita mi ha dato una famiglia numerosa ed unita.
– E Suo padre? Le manca?
- Moltissimo … Nessuno e niente potrà riempire il vuoto che ha lasciato.
– A cosa aspira oggi Julio Iglesias?
- A continuare ad imparare, ad avere salute e disciplina.
– Che cosa Le manca da raggiungere?
- Veder crescere i miei figli, inculcare loro i valori della vita ed insegnare loro a volare alto, continuare con la passione della musica, e ringraziare tanta gente che mi hanno regalato una vita privilegiata.
– E la Sua nuova tournée mondiale? 
- La tournée di quest’anno è speciale, perché ci ha già portato in quattro continenti, in paesi tanto diversi come Australia, Filippine, Uruguay, Argentina, Malesia, Stati Uniti, Giappone, Marocco, Egitto ed altri … Il 28 luglio, inizieremo il giro d’Europa con un concerto a Malaga, nella Plaza de Toros de la Malagueta, seguito da altri due concerti nel Festival di Cap Roig, il 5 ed il 6 di agosto. Sono i miei unici 3 concerti in Spagna, quest’anno, e mi emoziona molto cantare nel mio paese.
– E’ vero che ha fatto l’amore con migliaia di donne …?
- Ciò è leggenda. La leggenda è molto più attraente della realtà, ma il mio rispetto per la donna è sempre stato autentico. Da loro ho imparato più che da qualsiasi altro nella vita.
– Quest’anno Le consegnano il titolo di Figlio Adottivo di Malaga e la Medaglia d’Oro delle Belle Arti. Che cosa significano i premi e le onorificenze per Lei, che da un paio di mesi ha persino un „Giorno di Julio Iglesias” nello Stato del Nevada negli Stati Uniti?
- Un premio è il simbolo dell’affetto della gente e questo ti onora sempre.
– Si sente invidiato?
- No. Mi sento felice.
Julio Iglesias – ‘El señor’ nelle sue proprietà
14 Luglio 2011
Da: Diego León, Elenco, Colombia
Le vecchie copertine di Long Play di El amor e A mis 33 condividono un murale con quelle di altri famosi artisti di tutto il mondo nel bar lounge del Punta Cana Yacht Resort, di cui molti dicono sia socio Julio Iglesias e nel quale alloggiano il suo pilota, il produttore musicale, gli avvocati con cui gestisce il suo business di beni immobili e altri invitati: Vicino al suo 68º compleanno (il 23 settembre), non perde l’agilità nei movimenti né la galanteria.
‘El señor’, come lo chiamano tutti nell’isola, è il simbolo e la punta di diamante di un’industria dell’edilizia e del turismo che, a partire dal suo arrivo, ha iniziato a crescere nel paradiso tropicale dominicano: „Io volevo acquistare una casa a La Romana (a un’ora e mezza da Punta Cana e dove si è sposato Michael Jackson con Lisa Marie Presley nel `94 e dove altri famosi come Marc Anthony e Sharon Stone hanno delle case), ma Oscar de la Renta mi disse di venire qui; abbiamo parlato con il presidente di una società del luogo e siamo diventati soci. Negli ultimi anni qui c’è stato uno sviluppo molto forte”.
Iglesias ci ha ricevuto con una felpa, dopo che Sunshine, la bionda e splendida assistente canadese da otto anni al suo servizio, ci ha prelevati puntualmente alle 4:15 del pomeriggio presso il resort. Sono stati sufficienti cinque minuti per arrivare al settore Coral 5 dove si è aperta l’immensa porta dietro la quale è apparsa la mansione dai giganti giardini e arredi balinesi.
All’entrata delle cinque sale che caratterizzano la casa di ricevimento è apparsa Nathaly, la sexy ballerina di Panama dalla pelle color cannella e dai movimenti delicati che viaggia con il cantante e si occupa di far funzionare tutto come un orologio svizzero. Sparsi, i 15 dipendenti che tagliano, puliscono, annaffiano e si dedicano a soddisfare tutte le sue richieste. „Il signore è nel suo studio”, e ci sediamo nella sala da pranzo della spiaggia, vicino al cesto con le scarpe da spiaggia di Miranda e dei cinque bambini, i veli che ondeggiano al vento e la splendida vista del mare azzurro cristallino che bacia la sabbia bianca. Subito dopo, a pochi metri, il podere di Óscar de la Renta, che quei giorni riceve altri giornalisti per il lancio di un profumo.
„Vive a cinque minuti da qui, viene con un veicolo da golf e sale sul suo aereo passando dalla porta dei VIP”, ci ha raccontato una delle funzionarie dell’aeroporto, dove Julio ha il jet E5 da 93 mila libbre di combustibile e capacità per 12 passeggeri.
Nello studio casalingo, con la tecnologia più all’avanguardia, ci hanno portato per l’incontro iniziale. Con il volto carico di emozione, come un bambino che mostra i suoi giocattoli nuovi, il cantante ci ha consentito di ascoltare le vecchie canzoni e di confrontarle con le versioni dai suoni attuali, la voce nuovamente registrata e gli strumenti suonati di nuovo con cui desidera sorprendere i suoi fan da sempre e far innamorare le nuove generazioni: „Ho più di mille canzoni in spagnolo, ne ho prese circa 120 da La vida sigue igual fino a Me olvidé de vivir, e le sto cantando di nuovo. Siccome sono consapevole di non essere in grado di scrivere ancora brani come Abrázame o Quijote, ho scoperto questo sistema che mi consente di cantare di nuovo e meglio ciò che avevo fatto in precedenza con una voce e un suono mediocri. La mia voce con il tempo è migliorata „.
Alberto Sánchez, il tecnico del suono che un anno e mezzo fa era immerso nel progetto con Iglesias, racconta che l’idea è riprendere le canzoni e, sul loro scheletro, registrare di nuovo i bassi, la batteria, le corde, la voce e sostituire le cose vecchie con quelle nuove senza perdere l’essenza.
Nel caddy guidato dallo stesso Julio siamo tornati alla sala da pranzo con vista sul mare e una fresca brezza. „Le tavole sono molto importanti visto che rappresentano il momento della comunione; lì si vince e si perde l’amore. Mi sono sedute a molte tavole con i miei figli; e dal momento che con i più grandi (Julio José, Enrique e Chábeli) avevo poco tempo, erano molto intense, con delle conversazioni profonde”. Ai più piccoli è stato più vicino, se li è goduti di più.
Era da più di dieci anni che non si riuniva con dei giornalisti, un decennio senza che scavassero nella sua vita e senza che lui accettasse di rispondere senza condizioni. Mentre lo racconta, a fianco passeggiano Chipi e Misty, i gatti che giocano assieme sulla sabbia calda. „Voi siete i primi a venire qui; poi, nei prossimi due mesi, riceverò circa 50 giornalisti da tutto il mondo.” Ovviamente Julio non ne aveva bisogno, viveva di concerti sporadici ma per puro piacere, visto che i suoi attuali guadagni sono frutto degli „altri imperi” che ha costruito nel tempo.
Parlando dei figli che ha con Miranda, indica i posti in cui si siedono, come se fossero presenti: Miguel Alejandro, di 13 anni; Rodrigo, di 12; le gemelle Cristina e Victoria, di 10, e Guillermo, di 4. „Sono a Miami, domani vediamo se vengono loro o se vado io a trovarli.”
Un’altra casa a Miami che da nove anni gestisce Rosie con dieci dipendenti e la cui mascotte è una grande tartaruga, e una mansione in Spagna con cinque assistenti che si occupano di Charlie e Chaplin, i suoi cani, sono tutte le residenze del cantautore.
Un anno fa si è sposato con Miranda, dopo 20 anni di fidanzamento: „Non immagino la vita senza la consapevolezza che Miranda mi stia guardando.”
In questi giorni, di 24 ore ne passa più di 15 nello studio. Da vari anni a questa parte dei produttori di Broadway stanno insistendo per realizzare un musical con la sua storia, con le sue canzoni. Ci sta pensando, ma non si decide: „Perché è più importante questo futuro che sto costruendo ora, quello di tornare al punto in cui le persone ascoltano le mie canzoni. Il risultato che mi piacerebbe per questo disco è che i ragazzi di 20 e 30 anni possano dire Oye, mamá, tenías razón (Senti, mamma, avevi ragione).”
È la prima volta nella storia che un cantante decide di registrare di nuovo tutti, assolutamente tutti i suoi grandi successi e Sony, la casa discografica, è stata complice di questa iniziativa. In Colombia è stato lanciato due mesi fa 1, l’album di prova in cui sono stati presentati 12 di questi esperimenti e in tre settimane sono state vendute 100 mila copie.
Questi risultati l’hanno entusiasmato, soprattutto perché dal 1984 non aveva una presenza forte nel nostro mercato: „Non è che mi fossi allontanato dall’America Latina, ma piuttosto mi ero dedicato a scoprire altre culture, a cantare in altre lingue.” Tra pochi giorni lancerà lo stesso esperimento in Brasile, in portoghese; poi, in settembre farà un tour in giro per il mondo con un CD che conterrà 18 brani in spagnolo e 10 in inglese, e a marzo dell’anno prossimo si cimenterà con il francese e l’italiano.
Julio Iglesias canta controcorrente «Due squadre con lo stesso stile»
2 Luglio 2012
Da: Mario Luzzatto Fegiz, Il Corriere della Sera
«A giorni alterni sono spagnolo e italiano, questa sera sono stato spagnolo», raccontava ieri sera Julio Iglesias dalla sua villa da Malaga, quartier generale del suo tour europeo che l’altroieri sera ha toc- cato lo stadio di Bucarest.
Julio Iglesias è uno spagnolo che ha vissuto grandi fortune musicali in Italia (dove è appena uscita una sua raccolta di successi), sabato sera ha cantato poi è salito sul suo aereo (con una piccola deviazione per Amsterdam per imbarcare moglie e qualche figlio) e poi ha visto la finale sul maxischermo sistemato vicino alla piscina della villa. «Stasera non sono né un pirata né un signore — scherza parafrasando una delle sue canzoni più celebri —. Sono solo un tifoso della Spagna».
La sua idea sulla partita?
«Una partita imprevedibile e sa perché? Perché in questi campionati europei Italia e Spagna hanno giocato nello stesso modo, insomma con uno stile simile. I ruoli ben distribuiti, c’è chi va avanti, chi va a catenaccio. Io trovo fantastici Pirlo e Cassano, sono meravigliosi. Pirlo è davvero un grande artista. Per non parlare di Balotelli che vive davvero un momento magico».
Lei da ex portiere della squa- dra giovanile del Real Madrid cosa pensa di Buffon?
«Senza esagerare credo che Buf- fon sia uno dei più grandi portieri degli ultimi due decenni. In verità anche lo spagnolo Iker Casillas è una specie di leggenda. Ma quel che trovo incredibile della Spagna è la difesa: Ramos, Piquet, Arbeloa. Insomma due squadre formidabili, con grande tecnica, con la Spagna che partiva favorita e alla fine s’è confermata».
Cosa divide e cosa unisce la Spagna e l’Italia?
«Le unisce la forza di un mare meraviglioso come il Mediterraneo, la forza della passione, l’aver dato i natali a grandi pittori e scultori, nel gusto del cibo e del vino, nel sole. In questo momento vedo una pagna appassionata e una Italia emozionata».
Ha tifato Spagna, ma come per- cepisce l’Italia e il suo legame col nostro Paese?
«Continuo ad assaporare il piacere della lingua italiana. Ancora oggi cantare in italiano è la mia marcia in più. Vado in Australia e si stupiscono: lei sa l’italiano, che meraviglia, ci parli dell’Italia… Mi sento italiano e spagnolo a metà. Ma stasera non ho avuto dubbi».
Preferisce un figlio calciatore o musicista?
«Tutti, dai grandi ai piccoli sono musicisti: da Enrique al piccolo Rodrigo che è una specie di mago alla chitarra».
Al momento del calcio d’inizio cosa le è venuto in mente?
«Che la vita è una cosa meravigliosa. Io non canto per i soldi, ma perché ho passione, voglia, grinta. Ecco, passione e allegria sono la caratteristica che ho notato nell’Italia in questi campionati europei. Prima era una squadra tecnico-burocratica, poi è diventata allegra. Che bella serata con in campo la sfida fra dei fuoriclasse come Pedro, Iniesta e Balotelli».
Una domanda ancora: teme la vecchiaia?
«Non mi riguarda. Almeno adesso, con questa Spagna».
Julio Iglesias: “Sono uno stoico. La mia disciplina è ferrea”
22 Gennaio 2014
Da: Emilio J. López, Agencia EFE
Diretto e loquace, perfezionista e imprevedibile, con un senso dell’umorismo burlone, confessa che con gli anni ha imparato che „lo zucchero fa male e che si perdono i capelli”. Ma anche „a non giudicare la gente, a non sentirsi colpevole e a distinguere la generosità dall’avarizia”, ha detto oggi all’agenzia EFE, in un’intervista telefonica.
Julio Iglesias ha attirato giovani e meno giovani di tutto il mondo con qualcosa che non si vede. La voce. Una voce straordinaria, calda e viscerale, con un timbro seducente. Nel corso degli anni questa voce ha accumulato affetti, fascino, amori che si fanno e si disfano, pienezza di esperienze e la convinzione che la felicità, come diceva lo scrittore Ramón Pérez de Ayala, è, alla fine dei conti, un prodotto fatto in casa.
Oggi, quando lo si ascolta cantare „El amor” o „Caruso”, non si può fare a meno di pensare che c’è una stirpe di cantanti che non è ancora scomparsa.
Il 22 febbraio prossimo il cantante spagnolo più universale ha un appuntamento con il suo pubblico di Miami all’American Airlines Arena, da dove proseguirà il suo lungo tour statunitense con spettacoli a Clearwater, Naples e Jacksonville (sempre in Florida), e negli stati della California, Arizona, New Mexico, New Jersey, Texas e Nevada. Il 24 aprile si esibirà al Carnegie Hall di New York in occasione di una festa di gala in onore di Óscar de la Renta.
Un tour di concerti che lo porterà anche in America Latina (Messico, Panama, Nicaragua) e in tutta Europa, con esibizioni in Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia o Irlanda del Nord, tra gli altri paesi.
DOMANDA. Quali sono le sue emozioni in occasione di questo lungo tour mondiale, con più di 80 concerti, di cui circa trenta negli Stati Uniti?
RISPOSTA. L’aspetto positivo non è questo. L’aspetto positivo è che ho voglia di farli. Se non cantassi, morirei psico-fisicamente. Cantare mi rende felice di sapere che sono vivo.
D. Un tour che richiede un enorme lavoro di preparazione fisica e mentale…
R. A 70 anni salire su un palcoscenico non è così facile. Sono due ore di concerto con una notevole intensità e sono da solo sul palco; è tutto passione ed emozione, e dare il massimo in quel momento.
D. Come riesce a sostenere un ritmo di spettacoli così elevato? È molto rigido con se stesso?
R. La mia vita è disciplinata al massimo, fino a sfiorare il masochismo. La mia disciplina è ferrea. Con me stesso sono molto severo, disciplinato. Sono uno stoico.
Julio Iglesias non nasconde mai che il successo è parte integrante del tessuto della sua vita, diversamente da coloro che credono che si tratti di un miraggio a cui non bisogna prestare attenzione. Successo, sì, ma prodotto del sacrificio.
„Il successo è una meraviglia, perché ti consente di avere la luce negli occhi; ma se non è un successo affiancato da un sacrificio, allora non è un successo con onore”, sostiene il cantante spagnolo, che ha ricevuto nell’aprile 2013 il trofeo Guinness Records per l’artista latino che ha venduto più dischi nel mondo.
Come esempio di questa indissolubile unione tra successo e sacrificio, pone il caso del tennista Rafael Nadal. „Il mio carissimo Rafa, che ha giocato con la mano piena di piaghe (nei match dell’Open d’Australia), in un atto di volontà e sacrificio totale e un dolore costante”, è degno d’ammirazione.
D. Vale a dire che, alla fine, tutto ciò che vale la pena nella vita richiede uno sforzo?
R. Sì. La felicità è uno sforzo notevole. La felicità non è mai gratis. L’unica felicità gratuita è quella della lotteria.
D. Qual è la migliore lingua per fare l’amore?
R. La lingua degli occhi. Le parole si dimenticano e il vento le porta via. Gli occhi rimangono per sempre.
Il cantante di Madrid fa una pausa, pensa per qualche istante, poi inizia a parlare del suo rapporto con Miranda: „Il rapporto con mia moglie è caratterizzato da un amore molto profondo e da un enorme rispetto. Da anni non riesco a immaginarmi senza di lei. Miranda è una persona generosissima con la vita, con delle qualità eccezionali”.
Cita continuamente i suoi figli e quanto sia difficile decifrare „ciò che faranno i più piccoli” in futuro, che qualità spiccano in loro. Ad esempio, spiega: „Non mi aspettavo che Enrique diventasse un tal fenomeno, la qualità umana e artistica di Julio (Iglesias Jr.) o la bontà della mia figlia maggiore (Chábeli)”.
In merito ai suoi cinque figli che ha con Miranda (Miguel, Rodrigo, le gemelle Victoria e Cristina e Guillermo), ha detto che la cosa più importante è che siano „in primo luogo generosi come la loro madre, e poi competitivi. Devono rendersi conto di ciò che hanno avuto, che hanno molte possibilità e che se le devono meritare”.
 
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