Julio Iglesias: un romantico di tre generazioni 23 Aprile 2012

Julio Iglesias: un romántico de tres generaciones 23 de Abril de 2012
iulie 21, 2016
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Julio Iglesias: un romantico di tre generazioni
23 Aprile 2012
Da: Alejandra Navarría, diario Los Andes

Julio Iglesias si è esibito ad Arena Maipú (Mendoza), Argentina. Ha affascinato di nuovo le sue fan.

Sul palcoscenico dimostra entusiasmo, parla con la gente, ricorda aneddoti, riflette sulla vita. Incoraggia gli applausi e canta. Si muove più lentamente, senza dubbio, ma è pieno di passione e amore per quello che fa.

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Due schermi giganti ai lati del palcoscenico, un telone di LED e un gruppo di musicisti costituito da percussioni, batteria, tastiere e chitarre, oltre a tre coriste e una coppia di ballerini di tango, che vivacizzano lo show. Questi provengono dagli USA, Cuba, Spagna, Venezuela, Bulgaria e Argentina.

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Il pubblico esulta quando vede Julio Iglesias sul palcoscenico. E appena cerca di salutare, una delle tante voci (che si ripeteranno nel corso del concerto) grida „Julio ti amo!”, e Iglesias risponde „Anch’io, amore mio!” Ai suoi 68 anni, il magnetismo del solista è rimasto per molti intatto.

A partire da quel momento e per un po’ più di un’ora e mezza, lo scambio nello Stadium Arena Maipú tra Julio Iglesias e la gente è stato costante. Ha iniziato dicendo „tanti anni Mendoza, come mi hanno lasciato abbandonato 34 anni e che bene cantavo 20 anni fa”. Ha ricordato la sua prima volta in Argentina e ha detto che da quando ha conosciuto questo paese si è innamorato della sua gente, per cui ha deciso di percorrerlo da Nord a Sud, da Est a Ovest. Ha proposto canzoni che l’hanno reso famoso in tutto il mondo, cantando in spagnolo, inglese, francese e italiano.

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La sua prima canzone è stata „Quijote”, poi ha interpretato „Natalie”, in una nuova versione. Con un’ovazione del pubblico, l’atmosfera intimista con cui ha iniziato è cresciuta di tono con l’esecuzione di „La gota fría”: al ritmo del vallenato, tre splendide coriste (vestite di nero, con un abito corto e attillato), sono entrate in scena incitando il pubblico a muoversi, con le loro movenze sensuali. Julio le guarda, si fa il segno della croce dinanzi al corpo di una di queste e lancia un complimento alle sue gambe.

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Il tango, il vino, la terra di Mendoza e le sue montagne sono state parte degli argomenti citati da Iglesias. Quando ha interpretato „A media luz”, una coppia di ballerini argentini si è esibita in un tango: si tratta di Hernán e Soledad, che da due anni accompagnano Iglesias nei suoi spettacoli in tutto il mondo. „Io amo il vino, bevo acqua per poi riempirmi di vino una volta finito il concerto”, ha affermato il cantante, „e proprio come quando si incrociano i vini cabernet, malbec e merlot si ottengono dei risultati eccezionali, i vini di Mendoza del ’90 che mi piacciono così tanto, mio padre e mia madre si sono mescolati e io sono il loro vino. Sapete cosa significa bere un vino di 68 anni?” ha detto scherzando.

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E in onore a suo padre, che ha ricordato ed esaltato, ha cantato una canzone a lui dedicata „Un canto a Galicia”. A quel punto, cambiando il testo originale della canzone, ha detto „tenho morrinha, tenho saudade, porque estoy lejos de mis hogares” (ho nostalgia, sento mancanza, perché sono lontano dai miei posti). In tutte le occasioni che gli si sono presentate il cantante ha sottolineato l’importanza oggigiorno della sua famiglia e il suo desiderio di averla vicino.

Iglesias ha fatto riferimento all’attuale conflitto tra Spagna e Argentina, affermando che „le storie d’amore durano molti anni e stanno al di sopra delle politiche e delle situazioni. La mia storia con voi, che si è tramandata da nonni, figli e nipoti, non passerà mai, rimarrà viva per l’eternità. Per questo sto cantando per il popolo argentino”, e dal pubblico si è sollevato un forte applauso.
Senza che fosse previsto e dinanzi alla sorpresa dei suoi musicisti, ha cantato a cappella la classica „cueca” cilena – cuyana, chiedendo l’aiuto della gente di Mendoza, „Cuando pa´Chile me voy, cruzando la cordillera…” che per qualche istante ha lasciato in silenzio assoluto gli spettatori, che hanno ascoltato ammirati solo la voce del cantante

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„Il tempo passa rapidamente nella mia vita. Noi cantanti sopravviviamo grazie a voi. Quando abbiamo un dolore ce lo fate passare, quando ci applaudite ci rendete più giovani”. E così è stato: Julio, l’eterno, Julio Iglesias con il suo entusiasmo ha riportato indietro il tempo, ha fatto sognare e ha confermato a Mendoza di essere un sopravvissuto geniale e romantico, nesso indiscutibile di tre generazioni.