Julio Iglesias: “Sono uno stoico. La mia disciplina è ferrea”

Julio Iglesias: “Sono uno stoico. La mia disciplina è ferrea”
decembrie 22, 2015
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Diretto e loquace, perfezionista e imprevedibile, con
un senso dell’umorismo burlone, confessa che con gli anni ha imparato che „lo zucchero fa male e che si perdono i capelli”. Ma anche „a non giudicare la
gente, a non sentirsi colpevole e a distinguere la
generosità dall’avarizia”, ha detto oggi all’agenzia
EFE, in un’intervista telefonica.
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Julio Iglesias ha attirato giovani e meno giovani di
tutto il mondo con qualcosa che non si vede. La voce. Una voce straordinaria, calda e viscerale, con un timbro seducente. Nel corso degli anni questa voce ha accumulato affetti, fascino, amori che si fanno e si disfano, pienezza di esperienze e la convinzione che la felicità, come diceva lo scrittore Ramón Pérez de Ayala, è, alla fine dei conti, un prodotto fatto in casa.

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Oggi, quando lo si ascolta cantare „El amor” o
„Caruso”, non si può fare a meno di pensare che c’è
una stirpe di cantanti che non è ancora scomparsa.

Il 22 febbraio prossimo il cantante spagnolo più

universale ha un appuntamento con il suo pubblico di Miami all’American Airlines Arena, da dove proseguirà
il suo lungo tour statunitense con spettacoli a
Clearwater, Naples e Jacksonville (sempre in Florida), e negli stati della California, Arizona, New Mexico, New Jersey, Texas e Nevada. Il 24 aprile si esibirà al Carnegie Hall di New York in occasione di una festa di gala in onore di Óscar de la Renta.

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Un tour di concerti che lo porterà anche in America
Latina (Messico, Panama, Nicaragua) e in tutta
Europa, con esibizioni in Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia o Irlanda del Nord, tra gli altri paesi.
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DOMANDA. Quali sono le sue emozioni in occasione di questo lungo tour mondiale, con più di 80 concerti, di cui circa trenta negli Stati Uniti?

RISPOSTA. L’aspetto positivo non è questo. L’aspetto positivo è che ho voglia di farli. Se non cantassi, morirei psico-fisicamente. Cantare mi rende felice di sapere che sono vivo.

D. Un tour che richiede un enorme lavoro di
preparazione fisica e mentale…

R. A 70 anni salire su un palcoscenico non è così
facile. Sono due ore di concerto con una notevole
intensità e sono da solo sul palco; è tutto passione ed emozione, e dare il massimo in quel momento.

D. Come riesce a sostenere un ritmo di spettacoli così elevato? È molto rigido con se stesso?

R. La mia vita è disciplinata al massimo, fino a
sfiorare il masochismo. La mia disciplina è ferrea. Con me stesso sono molto severo, disciplinato. Sono uno stoico.

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Julio Iglesias non nasconde mai che il successo è
parte integrante del tessuto della sua vita,
diversamente da coloro che credono che si tratti di un miraggio a cui non bisogna prestare attenzione.
Successo, sì, ma prodotto del sacrificio.

„Il successo è una meraviglia, perché ti consente di
avere la luce negli occhi; ma se non è un successo
affiancato da un sacrificio, allora non è un successo

con onore”, sostiene il cantante spagnolo, che ha ricevuto nell’aprile 2013 il trofeo Guinness Records
per l’artista latino che ha venduto più dischi nel
mondo.

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Come esempio di questa indissolubile unione tra
successo e sacrificio, pone il caso del tennista Rafael
Nadal. „Il mio carissimo Rafa, che ha giocato con la
mano piena di piaghe (nei match dell’Open
d’Australia), in un atto di volontà e sacrificio totale e
un dolore costante”, è degno d’ammirazione.

D. Vale a dire che, alla fine, tutto ciò che vale la pena
nella vita richiede uno sforzo?

R. Sì. La felicità è uno sforzo notevole. La felicità non è mai gratis. L’unica felicità gratuita è quella della lotteria.
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D. Qual è la migliore lingua per fare l’amore?

R. La lingua degli occhi. Le parole si dimenticano e il vento le porta via. Gli occhi rimangono per sempre.

Il cantante di Madrid fa una pausa, pensa per qualche Mistante, poi inizia a parlare del suo rapporto con Miranda: „Il rapporto con mia moglie è caratterizzato da un amore molto profondo e da un enorme rispetto.
Da anni non riesco a immaginarmi senza di lei.
Miranda è una persona generosissima con la vita, con delle qualità eccezionali”.
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Cita continuamente i suoi figli e quanto sia difficile
decifrare „ciò che faranno i più piccoli” in futuro, che qualità spiccano in loro. Ad esempio, spiega: „Non mi aspettavo che Enrique diventasse un tal fenomeno, la qualità umana e artistica di Julio (Iglesias Jr.) o la bontà della mia figlia maggiore (Chábeli)”.

In merito ai suoi cinque figli che ha con Miranda
(Miguel, Rodrigo, le gemelle Victoria e Cristina e
Guillermo), ha detto che la cosa più importante è che siano „in primo luogo generosi come la loro madre, e poi competitivi. Devono rendersi conto di ciò che hanno avuto, che hanno molte possibilità e che se le devono meritare”.